lunedì 24 ottobre 2011

Mercoledì 19 ottobre


Chiara Bianchini è italiana di origini e spagnola di adozione. Sta facendo il dottorato in Storia tra i due Paesi, ma ha scelto di vivere a Madrid. E’ venuta a raccontarci del movimento di cui fa parte, i cosiddetti “indignados”, anche  denominato 15-M, dal giorno della prima manifestazione, convocata per il 15 maggio scorso attraverso Internet da Democracia Real Ya, organizzazione che raccoglie centinaia di associazioni e realtà spagnole. Nel  “15 M “ sono confluiti tanti gruppi differenti, già presenti in Madrid, che avevano vissuto esperienze simili nei centri sociali e nelle grandi manifestazioni contro la guerra in Iraq. L’indignazione e l’insofferenza contro la situazione vigente era presente già da tempo, ma perché proprio ora e perché con questa modalità? Evidentemente, la voglia di protestare aveva raggiunto un livello tale che non poteva più manifestarsi solo in qualche occasione sporadica ,  ma doveva rendersi visibile a tutti e richiedere una partecipazione sempre maggiore. La gente si è ritrovata in Plaza del Sol e ha iniziato a radunarsi in gruppi, via via sempre più grandi, che discutevano temi sempre più complessi, fino a dividersi in assemblee di lavoro, ciascuno in base alla propria attitudine, o lavoro o capacità (gruppo di filosofi, avvocati, esperti di comunicazione, etc.). Tante le novità rispetto ad altri movimenti: non esiste un leader né un organismo centrale: è una rete di gruppi indipendenti ma coordinati; ogni gruppo discute in un’ assemblea che pone tutte e tutti i partecipanti in modo orizzontale e la decisione finale viene presa solo quando c’è il consenso totale.  Non vince la maggioranza ma il consenso, quindi la capacità di arrivare a un risultato che tenga in conto il parere di tutte e tutti. Seguendo la proposta di Chiara,  abbiamo fatto un’assemblea sulla disoccupazione, secondo le modalità del 15-M per farci capire quanto sia difficile dialogare utilizzando l’ “ascolto attivo”.
Inevitabilmente abbiamo confrontato la manifestazione di Madrid con quella di Roma, e Chiara ci ha tenuto a sottolineare che el 15-M rimane un movimento non violento. Questo non significa, però, che non ci sia conflitto, tra le persone del movimento e contro i potenti del mondo. Il punto è che se si passa allo scontro fisico e armato si fa il gioco del potere, mentre questo è un esempio, quotidiano, d’intelligenza collettiva. Inoltre a Madrid non c’è stata violenza proprio perché c’è stato un grande lavoro di coordinamento e di assemblee, dove chi proponeva di usare la violenza era escluso dal movimento. Certamente quello sulla violenza è un discorso difficile ed è stato tema di numerosi dibattiti.  La frase che Chiara ripeteva sempre di fronte alle nostre domande, a volte scettiche, è che nessuno ha la risposta, che los indignados non sanno come continuare; ma intanto hanno iniziato da qualcosa. Ci ha lasciato con un invito: immaginare e sognare un mondo migliore, essere creativi e propositivi, non solo critici.  “Un otro mundo es posible”
Per seguire la cronaca del movimento:    http://hotelmadrid.tk/

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